Fabriano : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diAncona.

Comuni

Comune di Fabriano

Fabriano: informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI
Fabriano (in dialetto locale Favrià) è un comune italiano di 31.781 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.Il territorio cittadino è posto a 325 m s.l.m., in una vallata costellata da dolci colline e circondata da monti dell'Appennino umbro-marchigiano centrale e della dorsale marchigiana su cui svettano a nord-nord ovest: il monte Nebbiano (790 m), il monte Strega (1276 m), il monte Catria (1701 m); ad ovest troviamo: il monte Cucco (1566 m); mentre ad est: il monte San Vicino (1479 m); infine a sud-sud ovest: il monte Nero (1424 m) ed il monte Maggio (1361 m). Da quest'ultimo ha origine il torrente Giano che attraversa la città di Fabriano e si unisce poi al fiume Esino all'altezza della frazione di Borgo Tufico. Altre vette elevate presenti nel territorio comunale, o confinanti, sono: Nero (1411 m), Purello (1405 m), l'Uomo di Sasso (1391 m), le Senate (1326 m), Culumeo (1251 m), Antensa (1228 m), Giuoco del pallone (1227 m), Montarone (1209 m), lo Spicchio (1200 m), Testagrossa (1174 m), Sasso barbano (1160 m) e Puro (1155 m).
CENNI STORICI
Alcuni affermano che il vocabolo "Fabriano" trae origine da "Faberius", proprietario del fondo su cui si eresse la città stessa. Faberius divenne nel medioevo "Fabriano", anche perché era molto sviluppata in città l'attività dei fabbri. Anche lo stemma cittadino, infatti, sin dal XIII secolo, ha come emblema un fabbro che batte il ferro su di un'incudine. Ma fu anche una città sommersa vicino al monte Fabriano. Secondo altre fonti il vocabolo deriva dalla fusione di due termini latini: Faber (Fabbro) e Ianus (Giano, il fiume che lo attraversa). Origini II territorio di Fabriano si trova a cavallo dell'Appennino umbro-marchigiano e per la sua felice posizione favorì fin dalla preistoria l'insediamento di comunità stabili. Numerose infatti le testimonianze di tale antropizzazione risalenti sin dal paleolitico. Nell'età del ferro si diffusero ampiamente, la civiltà picena e quella umbra, autoctone, mentre nel corso del IV secolo a.C. vi si attestarono i galli senoni, di origine celtica. Dopo la conquista romana si svilupparono Attidium (Attiggio), già umbra, e Tuficum (Albacina), che raggiunsero la massima floridezza nel II-III secolo d.C. Le invasioni barbariche dei secoli seguenti (V-VI) causarono il lento abbandono dei due municipi. Fu durante i secoli V-IX d.C. che gli Attidiati, secondo la tradizione, si rifugiarono in parte a sud-est verso il futuro castello di Collamato e, per la maggior parte, nella futura valle di Fabriano dove, con l'apporto di un altro popolo proveniente da Tuficum per lo stesso motivo, dettero vita al primo nucleo della città di Fabriano e ad alcune ville (oggi chiamate frazioni). Il primo nucleo della futura Fabriano, il castello di Castelvecchio, forse fu addirittura fondato nel 411 d.C. subito dopo le invasioni barbariche. Da qui l'appellativo "Attidium mater Fabriani". La popolazione di Tuficum, inoltre, originò vari villaggi: Castelletta, Albacina e Moscano, oggi frazioni di Fabriano. Fabriano fece parte del Ducato di Spoleto, dal 571 fino alla sconfitta dei longobardi ad opera di Carlo Magno nel 773, e sorsero numerosi castelli dei piccoli feudatari locali e altrettanto numerosi monasteri benedettini che acquisirono gradualmente notevole importanza spirituale ed economica, risultando determinanti per lo sviluppo e la storia del territorio fabrianese. Medioevo Le prime menzioni storiche del castellum Fabriani sono del 1040-1041. Circa un secolo dopo sono ricordati entrambi i "castra Fabriani" (1160), i quali ancora più tardi, nel secolo XIII, si distinguevano con i nomi di Castrum vetus e Castrum novum (o Podium) ciascuno formato da un nucleo centrale fortificato, detto castellare, difeso da fossati, da mura e circondato da borghi murati. Dalla fusione di questi due castelli posti sulla riva destra del fiume Giano, in posizione dominante: Castelvecchio e Poggio, ha avuto origine la città il cui sviluppo fu assai rapido. Dal VIII secolo Fabriano è sottoposta ad un governo feudale. Nel 1234 Fabriano diviene libero comune, elesse le sue magistrature ed acquistò gradatamente un nuovo volto; si svilupparono nel centro storico cantieri architettonici e pittorici di fondamentale importanza per la nascita di quella scuola artistica che, nel secolo successivo, raggiungerà il suo apice con Allegretto Nuzi e Gentile da Fabriano. Si tratta di un governo aristocratico di consoli, affiancato però da apposito Consiglio che in pratica ne limitava l'indipendenza. Stato pontificio Nel 1300 il comune, ormai forte ed affermato, prese parte attiva alla politica medievale partecipando alla lotta tra Guelfi e Ghibellini, finché a partire dal 1378, la potente famiglia ghibellina dei Chiavelli riuscì ad imporre la propria signoria a Fabriano; nonostante l'instabilità politica, poté godere di notevole prosperità economica. Dopo l'eccidio dei Chiavelli (1435) e un breve periodo di sottomissione a Francesco Sforza (1435-1444), la città venne annessa allo Stato Pontificio. Nel 1515 la città venne saccheggiata dagli Spagnoli per dissensi tra i fabrianesi e papa Leone X. In questo periodo emerge la figura del capitano Giovanbattista Zobicco. Si adoperò, addestrando alle armi i giovani, ad organizzare una difesa, affinché la città avesse una valida protezione in caso di necessità. Nel 1519 mons. Pietro Paolo Venanzi, promosse la spedizione armata contro la ribelle Fabriano. Nonostante il successo militare esterno di Fabriano, incerta rimase la situazione all'interno della città a causa di tumulti, uccisioni e dimissioni. Papa Leone X, temendo che Fabriano diventasse troppo potente, inviò nel fabrianese un commissario speciale per sedare i disordini e preparare la pacificazione delle fazioni diverse. Chiamò poi a Roma Zobicco, pare con promessa di perdono. Forse per un ulteriore comportamento ostile dello Zobicco, questo venne imprigionato e dopo strazianti torture venne decapitato. Dopo altre lotte interne, si ebbe a Fabriano, il governo del cardinale Giulio de' Medici e nel 1527 si può dire che le discordie fossero terminate. Fu promossa la pace generale e così Fabriano poté di nuovo ritornare a godere di una certa prosperità economica. I secoli che seguirono (XVII - XVIII) sono da molti definiti di decadenza. Nel 1728, Fabriano, posta sotto un governatore prelato, fu elevata da papa Benedetto XIII a diocesi con Camerino e a città. Nel 1785 fu da papa Pio VI riconfermata diocesi in unione alla sola Matelica a parità di diritti. Nel 1798 fu proclamata la Repubblica Romana dal generale Berthier e la città di Fabriano svincolatosi dalla dipendenza papale, ne fece parte, ma per un breve periodo dato che nel 1800, ritornerà sotto il governo restaurato della Chiesa. L'Ottocento Ma fu per pochi anni ancora, perché nel 1808 la città fu annessa al Regno italico, assumendo il nome di Capoluogo del IV Distretto sotto il Dipartimento di Macerata. Dopo la parentesi napoleonica periodo nel quale furono soppressi molti ordini religiosi e conventi, la città passò nel 1813 sotto il governo provvisorio di Napoli, guidato da Gioacchino Murat, per poi cadere nel 1814 sotto il tirannico dispotismo austriaco. Nel 1815 ritornò alle dipendenze della Chiesa, che inviò in città un suo governatore civile. Nel 1847 hanno inizio i lavori (ultimati nel 1852) per la costruzione di un teatro, che prenderà il nome di "Camurio". Il 29 aprile 1866 viene inaugurata la linea ferroviaria Ancona - Foligno prima, e Fabriano - Urbino poi. Intuibile l'influenza che avranno sullo sviluppo delle industrie e il commercio locale. Durante l'ultima guerra mondiale, la linea Fabriano - Urbino fu riattivata fino a Pergola. Il 14 settembre 1860 entrando per la Porta del Borgo le truppe sabaude, al comando del generale Cialdini, liberarono la città, riunendola (dopo il solenne plebiscito del 4 novembre successivo che registrò 2354 voti favorevoli contro 2 contrari) al Regno d'Italia sotto Vittorio Emanuele II. Nel 1863 si incendia il teatro Camurio, ma nel 1870 si inizierà la costruzione dell'attuale teatro Gentile, terminato nel 1884 ed inaugurato con l'opera "L'Aida". Il 1874 è la data che segna l'insediamento definitivo dell'Ospedale Civile di Fabriano nell'attuale sito. Durante l'estate del 1878 il campo già dei Camaldolesi ed Agostinani viene adattato a giardino pubblico. Nel 1885 si inaugura il tratto ferroviario Albacina - Macerata. Il Novecento Nel 1930 Aristide Merloni inizia, ad Albacina, con una modesta fabbrica di bilance, un'attività che gradualmente si svilupperà fino a diventare un complesso industriale di fama mondiale. Il 1944, durante la seconda guerra mondiale, fu un anno tragico per la città di Fabriano. Su essa piovvero ben 55 bombardamenti causando centinaia di morti, altrettanti feriti e gravissimi danni materiali. Nella notte tra il 12 e 13 luglio 1944 i tedeschi abbandonarono la città, ma non completamente il territorio. Alle 10,30 del mattino le strade cittadine sono già attraversate, tra la acclamazione della gente festante, da autoblinde anglo-americane. Sul balcone del Comune vennero issate le bandiere inglese, americana, russa e italiana, a significare l'avvenuta presa di possesso della città. Il 15 luglio 1944 si costituì la prima Giunta Comunale con il sindaco Luigi Bennani (PSI). Il 26 settembre 1997 due terribili scosse di terremoto (7-8 grado della scala Mercalli il primo e 8-9 grado il secondo) si abbattono sulle Marche e sull'Umbria. Segue per lunghissimi mesi uno sciame di scosse sismiche, anche forti. Gravissime le conseguenze. Per limitarci alla zona di Fabriano, oltre al panico e caos più che motivati, si registra una vittima. Nel 2007 i danni sono stati quasi completamente riparati con il risultato che la città ed il suo centro storico medievale sono tornati a brillare di particolare splendore.
DA VISITARE
Tra i principali monumenti di Fabriano vanno segnalati: Palazzo del Podestà Il Palazzo del Podestà è uno splendido edificio pubblico ed ha una sua peculiarità tipologica "a ponte", in ricordo della colmata dell'antico fiume cittadino, che scorreva sotto di esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, è costituito di tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale, presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore. Al di sotto dell'arcone restano interessanti affreschi (XIII-XIV secolo) che rappresentano scene di guerrieri in battaglia e una enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura femminile. Fontana Sturinalto La fontana Sturinalto fu commissionata a Jacopo di Grondolo nel 1285, l'architetto che aveva progettato la fontana maggiore di Perugia. Non a caso la fontana fabrianese, cosiddetta "Sturinalto", è una copia di minori dimensioni ma di grande eleganza, della straordinaria fontana umbra decorata da Nicola e Giovanni Pisano. Palazzo comunale Palazzo del Comune (1350 ca., ricostruito nel 1690) Antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435, conserva l'androne voltato a crociera nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato). Ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù L'ex ospedale di Santa Maria del Buon GesùEx ospedale di S.Maria del Buon Gesù (1456) Fondato da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi gli ospedali cittadini, è un elegante esempio di architettura tardogotica. Nella chiesa annessa è venerato il pregevole stendardo della Madonna del Buon Gesù, dipinto intorno al 1460 dal Maestro di Staffolo. Allo stesso pittore si debbono gli affreschi visibili sotto il portico. All'interno la chiesa conserva affreschi del fiorentino Andrea Boscoli, realizzati agli inizi del XVII secolo. Cattedrale di San Venanzio Cattedrale di San Venanzio (XIV e XVII secolo) Chiesa matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca, invece, la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto di Nuzio (1360 ca.). Museo della Carta e della Filigrana Il museo ha la sua sede all'interno di uno dei più bei complessi monumentali della città di Fabriano, l'antico convento di San Domenico. Qui è stata ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione della preziosa carta filigranata a mano. Un viaggio affascinante nel mondo della carta, nella Città che ne è stata e resta la sua capitale (olim cartam undique fudit). All'interno del Museo si può partecipare ad attività didattiche, anche residenziali, relative alla lavorazione di carte a mano filigranate. La visita al Museo della Carta e della Filigrana, della durata di 1 ora circa, include una dimostrazione dal vivo della produzione della carta a mano, la visione di forme e filigrane antiche, e un audiovisivo sulla storia della carta a Fabriano. Complesso San Domenico (sec. XIV-XV) La chiesa di Santa Lucia Novella, ricostruita dopo il terremoto del 1741, della fabbrica gotica (1365 ca.) conserva l'architettura esterna, caratterizzata anche da una elegante abside poligonale, dove si scorge in rilievo lo stemma della famiglia signorile dei Chiavelli. Le cappelle gotiche e la sacrestia, vantano una ricca e importante decorazione ad affresco di Allegretto Nuzi e della sua scuola (seconda metà del XIV secolo). Nel convento di San Domenico (Museo della Carta) si possono ammirare i due pregevoli chiostri quattrocenteschi e, nell'interno, l'importante decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano, per la cui iconografia il pittore si è ispirato alla decorazione del convento domenicano di San Marco a Firenze realizzata da Beato Angelico. Chiesa del Sacro Cuore (1710, ricostruita nel 1741) Piacevole esempio di decorazione rococò, a pianta centrale con lanterna, disegno del trapanese Francesco Nicoletti, già sede dei Gesuiti con l'annesso ex collegio.. Restaurata all'inizio del secolo XX con ridipinture a finto marmo e riaperta al culto dopo aver subito un'opera di ristrutturazione dovuta ai gravi danni subiti a causa del sisma del 1997. Chiesa di S.Filippo (1313, ricostruita nel 1628 e nel 1741) Anticamente dedicata ai SS.Giuseppe e Francesco, dal 1628 Oratorio di S.Filippo Neri, si presenta nell'attuale veste concepita da Pietro Maria Loni da Lugano. Conserva all'interno tele di Sebastiano Conca (1676-1764 ), Giovanni Loreti (1686-1760), di Giovanni Marchesi (1699-1771). Nella sagrestia affreschi del fabrianese Giuseppe Malatesta e figli (1650-1719). Loggiato San Francesco (1450 circa) Edificato nella metà del ‘400 su progetto del celebre architetto rinascimentale Bernardo Rossellino, giunto a Fabriano nel 1450 insieme a papa Niccolò V ed alla sua corte, che si rifugiò a Fabriano per sfuggire alla peste, il loggiato fu pensato per collegare l'imponente chiesa di San Francesco (edificata nel 1292 e demolita nel 1864) alla scenografica piazza del Comune. Fu prolungato alla fine del 1600, con l'aggiunta di sette arcate alle primitive dodici. Nel 1790 fu collegato al contiguo Palazzo Comunale. Fu aperto al pubblico godimento dal 1818. Oratorio della Carità (1587-97) L'oratorio fu decorato alla fine del XVI secolo con un prezioso ciclo affrescato, raffiguranti le opere di Misericordia Spirituale e Corporale, realizzati dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. Il portale gotico in pietra proviene dall'ex monastero di Sant’Antonio fuori le mura. Il suo interno venne restaurato e riaperto al pubblico dopo il restauro da sisma del 1997, previa liberazione dalle scaffalature dei documenti e libri dell'Archivio Comunale che ne occupavano tutto lo spazio interno. Chiesa dei Santi Biagio e Romualdo (sec. XIII, ricostruita nel XVIII secolo) Chiesa abbaziale benedettina, fu ampliata nel 1481 e quasi completamente ricostruita dopo il 1741 su progetto di Paolo Soratini da Lonato. All'interno, pregevole esempio di stile tardo barocco, sono conservati gli stalli lignei del coro (1642) e interessanti dipinti opera di Pasqualino Rossi e l'organo di Gaetano Callido (1790). Nella cripta è conservato il sarcofago marmoreo con le reliquie di S.Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese. Interessante il chiostro, di elegante stile rinascimentale, realizzato nel sec. XVI. Riaperta al culto dopo i restauri dovuti al sisma del 1997. Chiesa di Sant’Onofrio o Scala Santa (1407, ricostruita nel 1727 Vi si possono ammirare pregevoli opere lignee, un Crocifisso di fine ‘300 di scuola tedesca, una "Ecce Homo" quattrocentesco ed un affresco del sec. XV attribuito al Maestro di Staffolo. Molto cara alla devozione perché vi si conservano frammenti della Scala Santa di Roma. Chiesa di Sant'Agostino (XIII secolo, ricostruita nel 1768) Della fabbrica medievale, oltre all'architettura esterna e al pregevole portale (fine XIII secolo), si conservano le due importanti cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant’Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese. Nel chiostro si conserva l'oratorio dei Beati Becchetti, che conserva un interessante Lignu Vitae, dipinto dall'importante pittore tardogotico Lorenzo Salimbeni da San Severino Marche (inizi XV secolo). Chiesa di Santa Caterina Situata a Castelvecchio, dove sorgeva l'antichissima Chiesa di S.Giorgio, è officiata dai P.P.Minori Conventuali. In essa ebbero sepoltura Guido e Chiavello Chiavelli signori di Fabriano (secoli XIV-XV ). All'interno opere di G.Cades (Roma 1750-1799) provenienti dalla Chiesa di S.Francesco non più esistente. All'interno dell'ex-monastero il chiostro, in laterizio, edificato probabilmente nel 1473 data scolpita nello stemma degli Olivetani situato sul fianco destro della chiesa. Collegiata di San Nicolò (sec. XII, ricostruita nel XVII secolo) Fondata dai Benedettini nella seconda metà del sec. XII, la chiesa collegiata fu ricostruita a partire dal 1630 su disegno del pisano Michele Buti. Notevole la facciata in laterizio, con loggia superiore a tre archi. Della chiesa medievale è visibile un affresco di Francescuccio di Cecco Ghissi (seconda metà del XIV secolo) e l'importante scultura lignea trecentesca, raffigurante San Nicola da Bari, realizzata dal Maestro dei Magi di Fabriano. Insieme alla Cattedrale, la chiesa vanta la più ricca e importante collezione di tele manieriste e barocche: basterà ricordare i dipinti di Filippo Bellini (fine sec. XVI), Andrea Sacchi (sec. XVII), Giacinto Brandi (sec. XVII) e il celebre San Michele Arcangelo, magistrale opera del Guercino. Da visitare anche l'elegante chiostro barocco. Edicola Chiesa S.Maria del Piangato (sec.XIII) Affresco raffigurante la Vergine col Bambino circondata da Angeli di Ottaviano Nelli (1405 circa) restaurato nel 1993, già facente parte della omonima chiesa soppressa che si trovava in loco. Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci Ubicato lungo Corso della Repubblica (civico 33/A), il Museo è dedicato ad una delle farmacie storiche più importanti in Italia. Gli straordinari arredi lignei realizzati nel 1896 dal perugino Adolfo Ricci, raffigurano i più grandi scienziati e le più grandi scoperte del XIX secolo. La collezione originaria di porcellane di manifattura Ginori e vetri è interamente conservata ed esposta. Il Museo è centro di numerose attività didattiche legate alla divulgazione della storia della scienza. Palazzo del Podestà (1255) Lo splendido edificio pubblico ha una sua peculiarità tipologica "a ponte", in ricordo della colmata dell'antico fiume cittadino, che scorreva sotto di esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, è costituito di tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale, presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore, ripristinate insieme alla artificiosa pseudo-merlatura ghibellina a filo di muraglia negli anni dal 1911 al 1922 dall'allora Soprintendente ai Monumenti Icilio Bocci, che decorticò dell'intonaco settecentesco anche la muratura. Al di sotto dell'arcone restano interessanti affreschi (sec. XIII-XIV) che rappresentano scene di guerrieri in battaglia e una enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura femminile. Palazzo del Comune (1350 ca., ricostruito nel 1690) Antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435, conserva l'androne voltato a crociera nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato). Ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù (1456) Fondato da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi gli ospedali cittadini, è un elegante esempio di architettura tardogotica, con due arcate dell facciata sottostanti un tabernacolo gotico ripristinate nel 1950 ca. dopo la distruzione a causa di un bombardamento, come da data apposta sul capitello. Nella chiesa annessa è venerato il pregevole stendardo della Madonna del Buon Gesù, dipinto intorno al 1460 dal Maestro di Staffolo. Allo stesso pittore si debbono gli affreschi visibili sotto il portico. All'interno la chiesa conserva affreschi del fiorentino Andrea Boscoli, realizzati agli inizi del XVII secolo. Cattedrale di San Venanzio (XIV e XVII secolo) Chiesa matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca, invece, la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto di Nuzio (1360 ca.). Altri affreschi di scuola fabrianese del XIV e XV secolo sono visibili in altri ambienti della chiesa, importanti sono i resti delle storie della Croce commissionate al folignate Giovanni di Corraduccio (1415). La Cattedrale è un importante ‘museo’ di dipinti manieristi e barocchi. Tra le opere più mportanti ricordiamo le tele di Gregorio Preti, di Salvator Rosa, Giovan Francesco Guerrieri, Giuseppe Puglia e altri. Il celebre pittore caravaggesco, Orazio Gentileschi, è l'autore delle preziose storie della Passione e della mirabile Crocifissione su tela (1620 ca). Chiesa di San Benedetto (sec. XIII, ricostruita tra il XVI e il XVII secolo) Notevole monumento dal ricco interno barocco ampio e luminoso, è a navata unica decorata da pregevoli stucchi e affreschi, è il più grande tempio in Italia dedicato al Santo fondatore dell'ordine dopo quello dell'Abbazia di Montecassino. Fondata da San Silvestro Guzzolini nel 1244, oggi è il monastero principale della Congregazione dei Silvestrini, ampliata nel 1290, fu ricostruita alla fine del ‘500. Elementi dell'edificio gotico sono murati sul fianco della chiesa. La facciata in cotto incompiuta è del 1764. All'interno si conservano una scultura in pietra di Martino da Cingoli (fine sec. XIII) raffigurante il Beato Giovanni dal Bastone. Gli stalli lignei del coro, in origine in Cattedrale, sono una preziosa testimonianza d'intaglio fiorentino di epoca tardogotica. Preziose le testimonianze figurative databili tra ‘500 e ‘700 con opere di un Simone de Magistris, Orazio Gentileschi, Pasqualino Rossi, Giacinto Brandi, Francesco Vanni e altri. Oratorio del Gonfalone (sec. XIII, ricostruito tra ‘500 e ‘700) L'oratorio presenta uno straordinario soffitto a cassettoni, intagliato e decorato in oro zecchino agli inizi del Seicento dallo scultore francese lungamente attivo a Roma, Leonardo Scaglia. Alle pareti il ciclo di tele dedicato alla vita della Vergine è opera di Francesco Bastari (inizio XVII secolo). Portico dei Vasari (1316) Parte di un antico ospedale situato nella piazza del Mercato (attuale Piazza Garibaldi), centro economico della città nel Medioevo, conserva sulla facciata emblemi in pietra dell'Arte dei Calzolai e un affresco, di un allievo di Allegretto di Nuzio databile all'ultimo quarto del ‘300. Di fronte è visibile la pregevole fontana della piazza (seconda metà del XV secolo). Pinacoteca Civica "Bruno Molajoli" Dedicata all'importante storico dell'arte, Bruno Molajoli (m. 1986), nato a Fabriano. Conserva una delle più importanti collezioni d'arte medievale delle Marche. La Pinacoteca vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto di Nuzi, Maestro di Staffolo, Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi, Andrea Boscoli e altri. Importante e ricca la collezione di sculture lignee trecentesche del Maestro dei Magi di Fabriano e del Maestro dei Beati Becchetti e la serie di arazzi fiamminghi databili tra il XVI e il XVII secolo. Chiesa di Santa Maria Maddalena (XIV secolo, ricostruita nel 1858) Antico ospedale trecentesco la chiesa conserva importanti affreschi del Maestro di Campodonico (1342), geniale interprete della lezione di Giotto, di Allegretto di Nuzio e la Maddalena penitente, indiscusso capolavoro di Orazio Gentileschi. Fabriano (in dialetto locale Favrià) è un comune italiano di 31.781 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.Il territorio cittadino è posto a 325 m s.l.m., in una vallata costellata da dolci colline e circondata da monti dell'Appennino umbro-marchigiano centrale e della dorsale marchigiana su cui svettano a nord-nord ovest: il monte Nebbiano (790 m), il monte Strega (1276 m), il monte Catria (1701 m); ad ovest troviamo: il monte Cucco (1566 m); mentre ad est: il monte San Vicino (1479 m); infine a sud-sud ovest: il monte Nero (1424 m) ed il monte Maggio (1361 m). Da quest'ultimo ha origine il torrente Giano che attraversa la città di Fabriano e si unisce poi al fiume Esino all'altezza della frazione di Borgo Tufico. Altre vette elevate presenti nel territorio comunale, o confinanti, sono: Nero (1411 m), Purello (1405 m), l'Uomo di Sasso (1391 m), le Senate (1326 m), Culumeo (1251 m), Antensa (1228 m), Giuoco del pallone (1227 m), Montarone (1209 m), lo Spicchio (1200 m), Testagrossa (1174 m), Sasso barbano (1160 m) e Puro (1155 m). CENNI STORICI Alcuni affermano che il vocabolo "Fabriano" trae origine da "Faberius", proprietario del fondo su cui si eresse la città stessa. Faberius divenne nel medioevo "Fabriano", anche perché era molto sviluppata in città l'attività dei fabbri. Anche lo stemma cittadino, infatti, sin dal XIII secolo, ha come emblema un fabbro che batte il ferro su di un'incudine. Ma fu anche una città sommersa vicino al monte Fabriano. Secondo altre fonti il vocabolo deriva dalla fusione di due termini latini: Faber (Fabbro) e Ianus (Giano, il fiume che lo attraversa). Origini II territorio di Fabriano si trova a cavallo dell'Appennino umbro-marchigiano e per la sua felice posizione favorì fin dalla preistoria l'insediamento di comunità stabili. Numerose infatti le testimonianze di tale antropizzazione risalenti sin dal paleolitico. Nell'età del ferro si diffusero ampiamente, la civiltà picena e quella umbra, autoctone, mentre nel corso del IV secolo a.C. vi si attestarono i galli senoni, di origine celtica. Dopo la conquista romana si svilupparono Attidium (Attiggio), già umbra, e Tuficum (Albacina), che raggiunsero la massima floridezza nel II-III secolo d.C. Le invasioni barbariche dei secoli seguenti (V-VI) causarono il lento abbandono dei due municipi. Fu durante i secoli V-IX d.C. che gli Attidiati, secondo la tradizione, si rifugiarono in parte a sud-est verso il futuro castello di Collamato e, per la maggior parte, nella futura valle di Fabriano dove, con l'apporto di un altro popolo proveniente da Tuficum per lo stesso motivo, dettero vita al primo nucleo della città di Fabriano e ad alcune ville (oggi chiamate frazioni). Il primo nucleo della futura Fabriano, il castello di Castelvecchio, forse fu addirittura fondato nel 411 d.C. subito dopo le invasioni barbariche. Da qui l'appellativo "Attidium mater Fabriani". La popolazione di Tuficum, inoltre, originò vari villaggi: Castelletta, Albacina e Moscano, oggi frazioni di Fabriano. Fabriano fece parte del Ducato di Spoleto, dal 571 fino alla sconfitta dei longobardi ad opera di Carlo Magno nel 773, e sorsero numerosi castelli dei piccoli feudatari locali e altrettanto numerosi monasteri benedettini che acquisirono gradualmente notevole importanza spirituale ed economica, risultando determinanti per lo sviluppo e la storia del territorio fabrianese. Medioevo Le prime menzioni storiche del castellum Fabriani sono del 1040-1041. Circa un secolo dopo sono ricordati entrambi i "castra Fabriani" (1160), i quali ancora più tardi, nel secolo XIII, si distinguevano con i nomi di Castrum vetus e Castrum novum (o Podium) ciascuno formato da un nucleo centrale fortificato, detto castellare, difeso da fossati, da mura e circondato da borghi murati. Dalla fusione di questi due castelli posti sulla riva destra del fiume Giano, in posizione dominante: Castelvecchio e Poggio, ha avuto origine la città il cui sviluppo fu assai rapido. Dal VIII secolo Fabriano è sottoposta ad un governo feudale. Nel 1234 Fabriano diviene libero comune, elesse le sue magistrature ed acquistò gradatamente un nuovo volto; si svilupparono nel centro storico cantieri architettonici e pittorici di fondamentale importanza per la nascita di quella scuola artistica che, nel secolo successivo, raggiungerà il suo apice con Allegretto Nuzi e Gentile da Fabriano. Si tratta di un governo aristocratico di consoli, affiancato però da apposito Consiglio che in pratica ne limitava l'indipendenza. Stato pontificio Nel 1300 il comune, ormai forte ed affermato, prese parte attiva alla politica medievale partecipando alla lotta tra Guelfi e Ghibellini, finché a partire dal 1378, la potente famiglia ghibellina dei Chiavelli riuscì ad imporre la propria signoria a Fabriano; nonostante l'instabilità politica, poté godere di notevole prosperità economica. Dopo l'eccidio dei Chiavelli (1435) e un breve periodo di sottomissione a Francesco Sforza (1435-1444), la città venne annessa allo Stato Pontificio. Nel 1515 la città venne saccheggiata dagli Spagnoli per dissensi tra i fabrianesi e papa Leone X. In questo periodo emerge la figura del capitano Giovanbattista Zobicco. Si adoperò, addestrando alle armi i giovani, ad organizzare una difesa, affinché la città avesse una valida protezione in caso di necessità. Nel 1519 mons. Pietro Paolo Venanzi, promosse la spedizione armata contro la ribelle Fabriano. Nonostante il successo militare esterno di Fabriano, incerta rimase la situazione all'interno della città a causa di tumulti, uccisioni e dimissioni. Papa Leone X, temendo che Fabriano diventasse troppo potente, inviò nel fabrianese un commissario speciale per sedare i disordini e preparare la pacificazione delle fazioni diverse. Chiamò poi a Roma Zobicco, pare con promessa di perdono. Forse per un ulteriore comportamento ostile dello Zobicco, questo venne imprigionato e dopo strazianti torture venne decapitato. Dopo altre lotte interne, si ebbe a Fabriano, il governo del cardinale Giulio de' Medici e nel 1527 si può dire che le discordie fossero terminate. Fu promossa la pace generale e così Fabriano poté di nuovo ritornare a godere di una certa prosperità economica. I secoli che seguirono (XVII - XVIII) sono da molti definiti di decadenza. Nel 1728, Fabriano, posta sotto un governatore prelato, fu elevata da papa Benedetto XIII a diocesi con Camerino e a città. Nel 1785 fu da papa Pio VI riconfermata diocesi in unione alla sola Matelica a parità di diritti. Nel 1798 fu proclamata la Repubblica Romana dal generale Berthier e la città di Fabriano svincolatosi dalla dipendenza papale, ne fece parte, ma per un breve periodo dato che nel 1800, ritornerà sotto il governo restaurato della Chiesa. L'Ottocento Ma fu per pochi anni ancora, perché nel 1808 la città fu annessa al Regno italico, assumendo il nome di Capoluogo del IV Distretto sotto il Dipartimento di Macerata. Dopo la parentesi napoleonica periodo nel quale furono soppressi molti ordini religiosi e conventi, la città passò nel 1813 sotto il governo provvisorio di Napoli, guidato da Gioacchino Murat, per poi cadere nel 1814 sotto il tirannico dispotismo austriaco. Nel 1815 ritornò alle dipendenze della Chiesa, che inviò in città un suo governatore civile. Nel 1847 hanno inizio i lavori (ultimati nel 1852) per la costruzione di un teatro, che prenderà il nome di "Camurio". Il 29 aprile 1866 viene inaugurata la linea ferroviaria Ancona - Foligno prima, e Fabriano - Urbino poi. Intuibile l'influenza che avranno sullo sviluppo delle industrie e il commercio locale. Durante l'ultima guerra mondiale, la linea Fabriano - Urbino fu riattivata fino a Pergola. Il 14 settembre 1860 entrando per la Porta del Borgo le truppe sabaude, al comando del generale Cialdini, liberarono la città, riunendola (dopo il solenne plebiscito del 4 novembre successivo che registrò 2354 voti favorevoli contro 2 contrari) al Regno d'Italia sotto Vittorio Emanuele II. Nel 1863 si incendia il teatro Camurio, ma nel 1870 si inizierà la costruzione dell'attuale teatro Gentile, terminato nel 1884 ed inaugurato con l'opera "L'Aida". Il 1874 è la data che segna l'insediamento definitivo dell'Ospedale Civile di Fabriano nell'attuale sito. Durante l'estate del 1878 il campo già dei Camaldolesi ed Agostinani viene adattato a giardino pubblico. Nel 1885 si inaugura il tratto ferroviario Albacina - Macerata. Il Novecento Nel 1930 Aristide Merloni inizia, ad Albacina, con una modesta fabbrica di bilance, un'attività che gradualmente si svilupperà fino a diventare un complesso industriale di fama mondiale. Il 1944, durante la seconda guerra mondiale, fu un anno tragico per la città di Fabriano. Su essa piovvero ben 55 bombardamenti causando centinaia di morti, altrettanti feriti e gravissimi danni materiali. Nella notte tra il 12 e 13 luglio 1944 i tedeschi abbandonarono la città, ma non completamente il territorio. Alle 10,30 del mattino le strade cittadine sono già attraversate, tra la acclamazione della gente festante, da autoblinde anglo-americane. Sul balcone del Comune vennero issate le bandiere inglese, americana, russa e italiana, a significare l'avvenuta presa di possesso della città. Il 15 luglio 1944 si costituì la prima Giunta Comunale con il sindaco Luigi Bennani (PSI). Il 26 settembre 1997 due terribili scosse di terremoto (7-8 grado della scala Mercalli il primo e 8-9 grado il secondo) si abbattono sulle Marche e sull'Umbria. Segue per lunghissimi mesi uno sciame di scosse sismiche, anche forti. Gravissime le conseguenze. Per limitarci alla zona di Fabriano, oltre al panico e caos più che motivati, si registra una vittima. Nel 2007 i danni sono stati quasi completamente riparati con il risultato che la città ed il suo centro storico medievale sono tornati a brillare di particolare splendore. DA VISITARE Tra i principali monumenti di Fabriano vanno segnalati: Palazzo del Podestà Il Palazzo del Podestà è uno splendido edificio pubblico ed ha una sua peculiarità tipologica "a ponte", in ricordo della colmata dell'antico fiume cittadino, che scorreva sotto di esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, è costituito di tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale, presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore. Al di sotto dell'arcone restano interessanti affreschi (XIII-XIV secolo) che rappresentano scene di guerrieri in battaglia e una enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura femminile. Fontana Sturinalto La fontana Sturinalto fu commissionata a Jacopo di Grondolo nel 1285, l'architetto che aveva progettato la fontana maggiore di Perugia. Non a caso la fontana fabrianese, cosiddetta "Sturinalto", è una copia di minori dimensioni ma di grande eleganza, della straordinaria fontana umbra decorata da Nicola e Giovanni Pisano. Palazzo comunale Palazzo del Comune (1350 ca., ricostruito nel 1690) Antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435, conserva l'androne voltato a crociera nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato). Ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù L'ex ospedale di Santa Maria del Buon GesùEx ospedale di S.Maria del Buon Gesù (1456) Fondato da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi gli ospedali cittadini, è un elegante esempio di architettura tardogotica. Nella chiesa annessa è venerato il pregevole stendardo della Madonna del Buon Gesù, dipinto intorno al 1460 dal Maestro di Staffolo. Allo stesso pittore si debbono gli affreschi visibili sotto il portico. All'interno la chiesa conserva affreschi del fiorentino Andrea Boscoli, realizzati agli inizi del XVII secolo. Cattedrale di San Venanzio Cattedrale di San Venanzio (XIV e XVII secolo) Chiesa matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca, invece, la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto di Nuzio (1360 ca.). Museo della Carta e della Filigrana Il museo ha la sua sede all'interno di uno dei più bei complessi monumentali della città di Fabriano, l'antico convento di San Domenico. Qui è stata ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione della preziosa carta filigranata a mano. Un viaggio affascinante nel mondo della carta, nella Città che ne è stata e resta la sua capitale (olim cartam undique fudit). All'interno del Museo si può partecipare ad attività didattiche, anche residenziali, relative alla lavorazione di carte a mano filigranate. La visita al Museo della Carta e della Filigrana, della durata di 1 ora circa, include una dimostrazione dal vivo della produzione della carta a mano, la visione di forme e filigrane antiche, e un audiovisivo sulla storia della carta a Fabriano. Complesso San Domenico (sec. XIV-XV) La chiesa di Santa Lucia Novella, ricostruita dopo il terremoto del 1741, della fabbrica gotica (1365 ca.) conserva l'architettura esterna, caratterizzata anche da una elegante abside poligonale, dove si scorge in rilievo lo stemma della famiglia signorile dei Chiavelli. Le cappelle gotiche e la sacrestia, vantano una ricca e importante decorazione ad affresco di Allegretto Nuzi e della sua scuola (seconda metà del XIV secolo). Nel convento di San Domenico (Museo della Carta) si possono ammirare i due pregevoli chiostri quattrocenteschi e, nell'interno, l'importante decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano, per la cui iconografia il pittore si è ispirato alla decorazione del convento domenicano di San Marco a Firenze realizzata da Beato Angelico. Chiesa del Sacro Cuore (1710, ricostruita nel 1741) Piacevole esempio di decorazione rococò, a pianta centrale con lanterna, disegno del trapanese Francesco Nicoletti, già sede dei Gesuiti con l'annesso ex collegio.. Restaurata all'inizio del secolo XX con ridipinture a finto marmo e riaperta al culto dopo aver subito un'opera di ristrutturazione dovuta ai gravi danni subiti a causa del sisma del 1997. Chiesa di S.Filippo (1313, ricostruita nel 1628 e nel 1741) Anticamente dedicata ai SS.Giuseppe e Francesco, dal 1628 Oratorio di S.Filippo Neri, si presenta nell'attuale veste concepita da Pietro Maria Loni da Lugano. Conserva all'interno tele di Sebastiano Conca (1676-1764 ), Giovanni Loreti (1686-1760), di Giovanni Marchesi (1699-1771). Nella sagrestia affreschi del fabrianese Giuseppe Malatesta e figli (1650-1719). Loggiato San Francesco (1450 circa) Edificato nella metà del ‘400 su progetto del celebre architetto rinascimentale Bernardo Rossellino, giunto a Fabriano nel 1450 insieme a papa Niccolò V ed alla sua corte, che si rifugiò a Fabriano per sfuggire alla peste, il loggiato fu pensato per collegare l'imponente chiesa di San Francesco (edificata nel 1292 e demolita nel 1864) alla scenografica piazza del Comune. Fu prolungato alla fine del 1600, con l'aggiunta di sette arcate alle primitive dodici. Nel 1790 fu collegato al contiguo Palazzo Comunale. Fu aperto al pubblico godimento dal 1818. Oratorio della Carità (1587-97) L'oratorio fu decorato alla fine del XVI secolo con un prezioso ciclo affrescato, raffiguranti le opere di Misericordia Spirituale e Corporale, realizzati dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. Il portale gotico in pietra proviene dall'ex monastero di Sant’Antonio fuori le mura. Il suo interno venne restaurato e riaperto al pubblico dopo il restauro da sisma del 1997, previa liberazione dalle scaffalature dei documenti e libri dell'Archivio Comunale che ne occupavano tutto lo spazio interno. Chiesa dei Santi Biagio e Romualdo (sec. XIII, ricostruita nel XVIII secolo) Chiesa abbaziale benedettina, fu ampliata nel 1481 e quasi completamente ricostruita dopo il 1741 su progetto di Paolo Soratini da Lonato. All'interno, pregevole esempio di stile tardo barocco, sono conservati gli stalli lignei del coro (1642) e interessanti dipinti opera di Pasqualino Rossi e l'organo di Gaetano Callido (1790). Nella cripta è conservato il sarcofago marmoreo con le reliquie di S.Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese. Interessante il chiostro, di elegante stile rinascimentale, realizzato nel sec. XVI. Riaperta al culto dopo i restauri dovuti al sisma del 1997. Chiesa di Sant’Onofrio o Scala Santa (1407, ricostruita nel 1727 Vi si possono ammirare pregevoli opere lignee, un Crocifisso di fine ‘300 di scuola tedesca, una "Ecce Homo" quattrocentesco ed un affresco del sec. XV attribuito al Maestro di Staffolo. Molto cara alla devozione perché vi si conservano frammenti della Scala Santa di Roma. Chiesa di Sant'Agostino (XIII secolo, ricostruita nel 1768) Della fabbrica medievale, oltre all'architettura esterna e al pregevole portale (fine XIII secolo), si conservano le due importanti cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant’Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese. Nel chiostro si conserva l'oratorio dei Beati Becchetti, che conserva un interessante Lignu Vitae, dipinto dall'importante pittore tardogotico Lorenzo Salimbeni da San Severino Marche (inizi XV secolo). Chiesa di Santa Caterina Situata a Castelvecchio, dove sorgeva l'antichissima Chiesa di S.Giorgio, è officiata dai P.P.Minori Conventuali. In essa ebbero sepoltura Guido e Chiavello Chiavelli signori di Fabriano (secoli XIV-XV ). All'interno opere di G.Cades (Roma 1750-1799) provenienti dalla Chiesa di S.Francesco non più esistente. All'interno dell'ex-monastero il chiostro, in laterizio, edificato probabilmente nel 1473 data scolpita nello stemma degli Olivetani situato sul fianco destro della chiesa. Collegiata di San Nicolò (sec. XII, ricostruita nel XVII secolo) Fondata dai Benedettini nella seconda metà del sec. XII, la chiesa collegiata fu ricostruita a partire dal 1630 su disegno del pisano Michele Buti. Notevole la facciata in laterizio, con loggia superiore a tre archi. Della chiesa medievale è visibile un affresco di Francescuccio di Cecco Ghissi (seconda metà del XIV secolo) e l'importante scultura lignea trecentesca, raffigurante San Nicola da Bari, realizzata dal Maestro dei Magi di Fabriano. Insieme alla Cattedrale, la chiesa vanta la più ricca e importante collezione di tele manieriste e barocche: basterà ricordare i dipinti di Filippo Bellini (fine sec. XVI), Andrea Sacchi (sec. XVII), Giacinto Brandi (sec. XVII) e il celebre San Michele Arcangelo, magistrale opera del Guercino. Da visitare anche l'elegante chiostro barocco. Edicola Chiesa S.Maria del Piangato (sec.XIII) Affresco raffigurante la Vergine col Bambino circondata da Angeli di Ottaviano Nelli (1405 circa) restaurato nel 1993, già facente parte della omonima chiesa soppressa che si trovava in loco. Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci Ubicato lungo Corso della Repubblica (civico 33/A), il Museo è dedicato ad una delle farmacie storiche più importanti in Italia. Gli straordinari arredi lignei realizzati nel 1896 dal perugino Adolfo Ricci, raffigurano i più grandi scienziati e le più grandi scoperte del XIX secolo. La collezione originaria di porcellane di manifattura Ginori e vetri è interamente conservata ed esposta. Il Museo è centro di numerose attività didattiche legate alla divulgazione della storia della scienza. Palazzo del Podestà (1255) Lo splendido edificio pubblico ha una sua peculiarità tipologica "a ponte", in ricordo della colmata dell'antico fiume cittadino, che scorreva sotto di esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, è costituito di tre corpi di fabbrica dei quali, quello centrale, presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore, ripristinate insieme alla artificiosa pseudo-merlatura ghibellina a filo di muraglia negli anni dal 1911 al 1922 dall'allora Soprintendente ai Monumenti Icilio Bocci, che decorticò dell'intonaco settecentesco anche la muratura. Al di sotto dell'arcone restano interessanti affreschi (sec. XIII-XIV) che rappresentano scene di guerrieri in battaglia e una enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura femminile. Palazzo del Comune (1350 ca., ricostruito nel 1690) Antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435, conserva l'androne voltato a crociera nel XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato). Ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù (1456) Fondato da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi gli ospedali cittadini, è un elegante esempio di architettura tardogotica, con due arcate dell facciata sottostanti un tabernacolo gotico ripristinate nel 1950 ca. dopo la distruzione a causa di un bombardamento, come da data apposta sul capitello. Nella chiesa annessa è venerato il pregevole stendardo della Madonna del Buon Gesù, dipinto intorno al 1460 dal Maestro di Staffolo. Allo stesso pittore si debbono gli affreschi visibili sotto il portico. All'interno la chiesa conserva affreschi del fiorentino Andrea Boscoli, realizzati agli inizi del XVII secolo. Cattedrale di San Venanzio (XIV e XVII secolo) Chiesa matrice di Fabriano, ampliata nella seconda metà del XIV secolo, fu ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca, invece, la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto di Nuzio (1360 ca.). Altri affreschi di scuola fabrianese del XIV e XV secolo sono visibili in altri ambienti della chiesa, importanti sono i resti delle storie della Croce commissionate al folignate Giovanni di Corraduccio (1415). La Cattedrale è un importante ‘museo’ di dipinti manieristi e barocchi. Tra le opere più mportanti ricordiamo le tele di Gregorio Preti, di Salvator Rosa, Giovan Francesco Guerrieri, Giuseppe Puglia e altri. Il celebre pittore caravaggesco, Orazio Gentileschi, è l'autore delle preziose storie della Passione e della mirabile Crocifissione su tela (1620 ca). Chiesa di San Benedetto (sec. XIII, ricostruita tra il XVI e il XVII secolo) Notevole monumento dal ricco interno barocco ampio e luminoso, è a navata unica decorata da pregevoli stucchi e affreschi, è il più grande tempio in Italia dedicato al Santo fondatore dell'ordine dopo quello dell'Abbazia di Montecassino. Fondata da San Silvestro Guzzolini nel 1244, oggi è il monastero principale della Congregazione dei Silvestrini, ampliata nel 1290, fu ricostruita alla fine del ‘500. Elementi dell'edificio gotico sono murati sul fianco della chiesa. La facciata in cotto incompiuta è del 1764. All'interno si conservano una scultura in pietra di Martino da Cingoli (fine sec. XIII) raffigurante il Beato Giovanni dal Bastone. Gli stalli lignei del coro, in origine in Cattedrale, sono una preziosa testimonianza d'intaglio fiorentino di epoca tardogotica. Preziose le testimonianze figurative databili tra ‘500 e ‘700 con opere di un Simone de Magistris, Orazio Gentileschi, Pasqualino Rossi, Giacinto Brandi, Francesco Vanni e altri. Oratorio del Gonfalone (sec. XIII, ricostruito tra ‘500 e ‘700) L'oratorio presenta uno straordinario soffitto a cassettoni, intagliato e decorato in oro zecchino agli inizi del Seicento dallo scultore francese lungamente attivo a Roma, Leonardo Scaglia. Alle pareti il ciclo di tele dedicato alla vita della Vergine è opera di Francesco Bastari (inizio XVII secolo). Portico dei Vasari (1316) Parte di un antico ospedale situato nella piazza del Mercato (attuale Piazza Garibaldi), centro economico della città nel Medioevo, conserva sulla facciata emblemi in pietra dell'Arte dei Calzolai e un affresco, di un allievo di Allegretto di Nuzio databile all'ultimo quarto del ‘300. Di fronte è visibile la pregevole fontana della piazza (seconda metà del XV secolo). Pinacoteca Civica "Bruno Molajoli" Dedicata all'importante storico dell'arte, Bruno Molajoli (m. 1986), nato a Fabriano. Conserva una delle più importanti collezioni d'arte medievale delle Marche. La Pinacoteca vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto di Nuzi, Maestro di Staffolo, Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi, Andrea Boscoli e altri. Importante e ricca la collezione di sculture lignee trecentesche del Maestro dei Magi di Fabriano e del Maestro dei Beati Becchetti e la serie di arazzi fiamminghi databili tra il XVI e il XVII secolo. Chiesa di Santa Maria Maddalena (XIV secolo, ricostruita nel 1858) Antico ospedale trecentesco la chiesa conserva importanti affreschi del Maestro di Campodonico (1342), geniale interprete della lezione di Giotto, di Allegretto di Nuzio e la Maddalena penitente, indiscusso capolavoro di Orazio Gentileschi.

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